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Open Cluster (at the memory of)

Sara Bernabucci

a cura di Michela Becchis

Hubble ci ha mostrato una modalità di convivenza stellare che ha molto da insegnare non solo alla scienza. L’assunzione metaforica di ammassi aperti che possono contenere qualsiasi cosa, da poche decine fino a centinaia di stelle, che sono aperti a una vasta gamma di età e all’individualità di ciascuna stella, che sono costituiti da stelle giovani o stelle più vecchie, dalla struttura aperta e diffusa, non particolarmente stabili, con le stelle che potrebbero disperdersi dopo alcuni milioni di anni, ebbene tutto questo danza tra le polveri di Sara Bernabucci. Nella stratigrafia che lei dispone e orienta, gli oggetti scelti formano un universo, anzi vengono ricreati in forma di universo dal depositarsi delle polveri che, legandosi al tempo, lasciano una traccia, la memoria di ciò che erano, la loro storia passata. Esattamente come quando osserviamo le galassie sappiamo che stiamo guardando qualcosa che è passato, forse che non è più. L’artista accoglie quelle lontane memorie e riformula un immaginario, una diversa relazione tra oggetto e sua percezione, tra diverse fisicità che il mutare delle forme obbliga a ripensarsi.

Michela Becchis

Biografia dell’artista

Nel 2007 Sara Bernabucci si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Selezionata per la residenza “Manifattu in situ” continua la sua formazione con l’artista Hidetoshi Nagasawa. Nel 2008 vince il bando Muvin up con il progetto “Empty city\mutant place” realizzando il primo importante lavoro site specific “One hundread flowers” alla periferia di Pechino. Il suo lavoro cresce e si sviluppa soprattutto all’estero grazie a borse di studio e progetti internazionali tra Pechino (ArtChannelGallery), Rabat (Fondazione Karim Bennani), Berlino (UrbanNationMuseum fellowship).

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