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Arachne’s Tapestry

Annette Schreyer

Questo progetto parte da trame ancestrali per stimolare una riflessione su un aspetto della nostra società, dove episodi di misoginia e femminicidi sono un fenomeno in drammatica crescita.

Il titolo della serie richiama il mito della tessitrice Arachne, che sfida la dea Atena a gara realizzando un grande arazzo – considerato “il registro dei peccati degli Dei” – sul quale sono raffigurati gli Dei nelle loro relazioni amorose con alcune donne mortali. 

All’interno delle “Metamorfosi” di Ovidio troviamo più di 50 storie in cui la violenza (fisica e psicologica) subita della protagonista femminile gioca un ruolo centrale. Lo squilibrio di potere che separa l’autore del reato dalla vittima, e che clamorosamente crea un ponte al movimento di #MeToo, salva l’aggressore dalla persecuzione e rende il crimine un puro “capriccio” degli Dei.

Ho chiesto ad alcune donne che da sempre hanno a cuore il tema della violenza di genere, di dare un volto alle protagoniste di questo lavoro. La scrittrice Cheryl Diamond, attrici come Donatella Finocchiaro, Silvia Siravo e Marina Rocco hanno, da subito, sposato il mio progetto dando fisicità ad una nuova versione della mitologia, che cerca una possibile via d’uscita elaborando e reinterpretando sia il concetto della donna che rimane vittima che come pura superficie di proiezione del genere maschile. Che cosa contiene oggi il vaso di Pandora? Come cambiare il destino di Callisto? Dove si troverebbe l’isola di Arianna, diventata metafora di abbandono e solitudine? 

Come Arachne, ho iniziato a creare il mio arazzo in cui possiamo trovare degli elementi familiari: un mosaico, in cui i paesaggi creano nuovi legami e, insieme ad una nuova iconografia delle storie conosciute, diventano pezzi di un’indagine componendo il racconto di un crimine antico come l’umanità.

Biografia dell’artista

Nata a Ulm, Germania, Annette Schreyer cresce a Monaco di Baviera dove si laurea in Drammaturgia, Letteratura Inglese e Storia dell’Arte alla Bayrische Theaterakademie e la Ludwig-Maximilian-Universität. Poi sceglie la fotografia come mestiere e l’Italia come luogo da vivere. Lavora da quasi 20 anni come fotografa professionista, concentrandosi sul ritratto e su delle tematiche sensibili come i disturbi alimentari e la violenza di genere. Pubblicato sui più importanti magazine italiani e stranieri, il suo lavoro ha ricevuto vari riconoscimenti internazionali ed è stato ampiamente esposto in Europa e negli USA. Nel 2012 ha pubblicato il libro “Same but Not” (Ed. Postcart) sui gemelli in adolescenza, che ha ricevuto una menzione al Premio Bastianelli 2013. Annette Schreyer è docente di linguaggio fotografico (IED Roma) e ha tenuto vari lectures e workshop, con un’attenzione particolare al ritratto e alla fotografia usata nell’ambito dell’aiuto terapeutico. Oltre al suo impegno come fotografa Annette è diplomata in Canto Barocco al Conservatorio de L’Aquila. Vive tra Roma e Catania ed è rappresentata dall’agenzia Laif. Il suo progetto “Arachne’s Tapestry” ha ottenuto la borsa di lavoro 2021 per le Arti Visive della fondazione Kunstfonds Germania.

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