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Autoritratti

Paolo Covino

Autoritratti: immagini del sé, istantanee della propria interiorità, stratagemmi artistici che blocchino il tempo e prolunghino la memoria, mezzi per fissare le trasformazioni dell’Io al fine di renderlo eterno.

Di ogni pittore, scultore, fotografo, produttori di autoritratti, è chiara l’intenzione di portarsi al centro di un’epoca, nel cuore di un periodo personale, vissuto intensamente a tal punto da volersene ricordare a lungo, magari per sempre.

Ebbene, del nostro tempo, della portata del messaggio artistico attuale, della psicologia di chi l’arte la vive e/o la fa, cosa vale la pena rappresentare?

L’umanità tende ad uniformarsi, l’individuo a omologarsi, le caratteristiche distintive dell’uomo vengono demonizzate anziché esaltate, i colori devono sbiadire per ricongiungersi al bianco lattiginoso di una placenta senza cromosomi.

Da qui, un’esigenza espressiva estrema 

Le foto riprendono una persona solo esteriormente diversa, ma in realtà inespressiva, a sottolineare come non conti lo spessore umano e la qualità intimistica che ci si porta dentro, bensì la capacità grottesca di camuffarsi e modellarsi per rendersi adeguati allo sguardo altrui. Il procedimento estraniante dell’ “Io camaleonte” si conclude nella noia, nella depressione, fino all’ atarassia e al disinteresse per la vita, un Meursault tradotto in autoritratto di cui permane solo la condizione esistenziale solipsistica. 

Gli “Autoritratti” sono il mio manifesto contro questa tendenza contemporanea, proclamato attraverso la retorica dell’ossimoro: riscoprire il valore della mutevolezza, della difformità e persino del disaccordo, avendo da tramite la ripetizione monocroma e ossessiva della stessa figura, del viso, il mio, sempre vagamente somigliantesi, sebbene spersonificato e a se stesso estraneo.

Biografia dell’artista

Paolo Covino, classe ’83. Vivo a Pietrelcina e lavoro a Napoli. Studio la fotografia da autodidatta. Il rapporto con il mio territorio, l’entroterra campano, è fondamentale per la mia crescita formativa. Ho iniziato collaborando con alcune testate locali, successivamente, con progetti personali e di stampo intimistico, ottengo  alcune  pubblicazioni su riviste nazionali. Ho partecipato a diverse mostre collettive e personali ,sia in Italia che all’estero. Attualmente, il mio impegno è volto a ricercare significati e messaggi di un mondo sbiadito, quello dei luoghi della mia infanzia. Sono un allievo di Antonio Biasiucci, faccio parte del suo Laboratorio Irregolare.

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