ANNALINDA MASO

La femminella

Il progetto indaga e rievoca luoghi della memoria collettiva del borgo, Castelnuovo di Porto, caratterizzati dall’elemento acqua, di cui il territorio è ricco.

Il filo della narrazione corre lungo i sentieri percorsi a piedi, seguendo il corso dell’acqua, una mappatura del territorio che attraversa le varie trasformazioni del paesaggio, per confluire al lavatoio la Femminella, genius loci di un passato ancora vivo nella memoria di chi è nato prima degli anni Quaranta, quando le donne percorrevano sentieri scoscesi per lavare i panni e attingere l’acqua.

Il cuore del progetto è nell’azione “Camminare come attività artistica”, in cui traccio, con il mio cammino, il lungo percorso che porta al lavatoio sotto il peso dei panni, immedesimandomi fisicamente per la fatica e per l’inagibilità del sentiero nonché psicologicamente per le emozioni che il luogo evoca.

La finalità principale del progetto è tracciare una mappa affettiva del luogo, ridisegnando gli spazi come mondi interiori.

Per la raffigurazione delle lavandaie e di come era il lavatoio allora, mi sono basata sui racconti delle testimoni e sul mio linguaggio immaginifico. I panni caduti a terra durante il tragitto sono le tracce della memoria che riemerge.

Il lavatoio allora era anche un luogo di aggregazione dove si dipanavano racconti popolari, un vissuto che scorreva assieme all’acqua giù a valle.

Le testimoni narrano di un getto forte di acqua che arrivava dai cunicoli nelle quattro vasche, le più ambite erano quelle più vicine alla parete del costone dove l’acqua era più pulita e gelida.

Alcune donne andavano di sera quando la portata dell’acqua era maggiore e più pulita.

Gli invasi dell’impianto idraulico sono lunghi e profondi, il suono dell’acqua echeggiava negli atri, a detta di Maddalena, come un “canto di sirene” (voce narrante nel video). Dai racconti emerge vivo il ricordo del profumo delle lenzuola lavate con il sapone fatto in casa, grasso di maiale, soda caustica e borotalco, un bucato più pulito rispetto ai bucati in lavatrice per l’assenza di cloro nell’acqua sorgiva.

Camminare con il peso dei panni in testa, la brocca di rame per l’acqua richiede concentrazione. Lo sforzo di tenere in equilibrio il cesto in testa impone rigidità del collo, schiena dritta, mento proteso in avanti, sguardo dritto. Si assume una posizione del volto fiera, come da regina.

Il materiale che ho raccolto per realizzare questo lavoro è costituito da:

  • interviste alle lavandaie di allora, uniche testimoni della tradizione orale, pubblicazione sul lavatoio del prof.re archeologo Paolo Costa.
  • foto antiche di testimonianze attorno alle fonti e ai lavatoi, tracciamenti in digitale delle camminate con applicazioni: my tracks e google maps,
  • schizzi, disegni, che ho realizzato, rielaborazione grafica delle mappe personalizzate.

Ringraziamenti a Maddalena Angela e Angelina

Cresciuta tra le matite e i buffi personaggi di mio padre vignettista, ho coltivato la mia passione per l’arte fino ad oggi con la specialistica all’Accademia di Belle Arti di Roma. La mia ricerca artistica và dal mezzo fotografico, attraverso il quale esploro e capto l’esteriorità dello sguardo, alla pittura con la quale esprimo il mio mondo interiore in una dimensione atemporale. Diplomata 110 e lode Accademia di Belle Arti di Roma. Master Workshop Photography Laura El-Tantawy HfBK Dresden. Biennio di specialistica in corso, Arti visive Accademia di Belle Arti di Roma. Esposizioni: 2024 Nicoleta Gallery Berlin Germany. Galleria Cipriani, Venezia, 2023 “Open File” University of Fine Arts. Brühlsche Galerie. Dresden Germany