EMILIO NASSER

Shipwreck of dreams

La gente trascorreva giorni e notti ai margini del lago, desiderosa di vedere la nave magica e di vedere esauditi i propri desideri”, raccontava una leggenda oramai dimenticata.

Shipwreck of Dreams racconta il mito di una nave – la cui apparizione nel lago di Zurigo avrebbe fatto sì l’esaudirsi di desideri espressi – collegandolo alla storia di una scuola autogestita di Zurigo, alla perenne ricerca di un edificio in cui stabilirsi. La scuola, Autonome Schule, fa parte del movimento dal basso composto da migranti ed abitanti della città sorto nel 2008 in opposizione alle rigide leggi sull’immigrazioni svizzere. La storia della Autonomen Schule, fatta di occupazioni, traslochi e solidarietà, ruota intorno alla ricerca di uno spazio proprio, libero e permanente. La scuola è un luogo di lotta contro razzismo e ingiustizia sociale, offre lezioni gratuite di tedesco a migranti ed è luogo di confronto e critica verso le politiche migratorie svizzero-europee.
Nato dalla collaborazione e dal dialogo con migranti, attivisti ed altre persone strettamente connesse alla scuola e alla sua storia Shipwreck of Dreams indaga e ripercorre fotograficamente i percorsi, le lotte e i luoghi della scuola, normalmente invisibili. Invitando coloro che frequentano la scuola a
riflettere sul mito della nave magica, a condividere i propri sogni e paure, sono nati così i ritratti con il copricapo cartaceo a forma di barca.
Il progetto vuole creare un dialogo tra un movimento dal basso e i suoi protagonisti, i migranti, le cui voci, storie di ricollocamento, di lotta e lo sforzo continuo nel riparare sogni infranti, trovano raramente ascolto.
Ripercorrendo il mito della nave Emilio Nasser crea uno spazio di riflessione sui temi dell’appartenenza, razzismo, ingiustizie sociali e confini – visibili e non. Tramite fotografie, immagini in movimento, disegni e parole viene data una forma alla condizione migratoria e ai sogni naufragati.

Emilio Nasser (1980), fotografo e artista multimediale, vive tra la Svizzera e l’Argentina. Con i suoi lavori approfondisce il suo interesse per storie locali, miti, la tradizione orale, l’immaginazione e le comunità. Il continuo sforzo nell’esplorare i confini e la complessità della narrazione visiva e del mondo contemporaneo lo portano a combinare pratiche artistiche basate sulla fotografia a video, ricerche e collaborazioni.