TANO D’AMICO

Bambini ribelliamoci

a cura di Matteo Di Castro e Elena Marasca
con un testo di Michela Becchis
in collaborazione con s.t. foto libreria galleria

Nel 1972 Tano D’Amico scatta a Francoforte una fotografia ad un bambino che corre nel cortile di una casa popolare abitata da immigrati italiani: alle sue spalle campeggia sul muro la scritta “bambini ribelliamoci”. 

Da questa immagine trae spunto la mostra organizzata in collaborazione con s.t. foto libreria galleria per la XI edizione di Castelnuovo fotografia. 

L’infanzia è un tema centrale nell’opera di Tano D’Amico, come sguardo che attraversa i luoghi di marginalità e conflitto più raccontati dall’autore: i quartieri popolari romani, la comunità rom, l’Irlanda dei Troubles, la Palestina, l’Atene dei Colonnelli e Madrid dei primi anni ’70. 

L’infanzia, nei suoi scatti, non è solo una vittima delle circostanze, ma anche una forza vitale, portatrice di un impulso giocoso e ribelle. In “Bambini Ribelliamoci”, l’utopia non è un concetto astratto, ma una realtà quotidiana vissuta nei cortili, nelle strade, e nei campi di gioco. È un’utopia che si manifesta nel desiderio di libertà e di giustizia, anche nei luoghi più difficili. Questa selezione ci invita a vedere il mondo attraverso i loro occhi, a riconoscere la forza del loro spirito e a lasciarci ispirare dalla loro capacità di sognare e di ribellarsi. Puntando su un corpus di stampe originali prevalentemente vintage, si è scelto di valorizzare le immagini apparse nelle ultime pubblicazioni edite da Mimesis (Tano D’Amico, Orfani del vento. L’autunno degli zingari, Mimesis, Milano, 2022; Tano D’Amico, Sotto le mura di Gerusalemme, Mimesis, Milano, 2023) dedicate al racconto della marginalità e della guerra. 

Tano D’Amico (Filicudi, 1942) ha scelto di raccontare con continuità la vita dei soggetti più marginalizzati della scena sociale (operai, disoccupati, senza-casa, malati mentali, detenuti, immigrati, donne, studenti,) e le lotte dei movimenti che contestano l’ordine costituito. Alcune delle sue immagini in bianco nero sull’Italia degli anni ’70 sono divenute talmente iconiche, che la sua opera rischia di essere identificata solo con il racconto degli anni ribelli. E’ invece proprio nei viaggi e negli incontri fuori dall’Italia (da Francoforte a Gerusalemme, da Mogadiscio a New York), nei fotogrammi nati dal confronto diretto con gli urti della storia (l’Irlanda della guerra civile, la Grecia dei colonnelli, la Spagna franchista, il Portogallo della Rivoluzione dei garofani, la guerra in Bosnia, il conflitto in Palestina, la resistenza in Chiapas), che è possibile riconoscere in maniera esemplare la sua vocazione di “fotografo di strada”. Ha pubblicato oltre trenta libri, gli ultimi quattro con le Edizioni Mimesis: Fotografia e destino, Misericordia e tradimento, Orfani del vento, Sotto le mura di Gerusalemme.